Museo archeologico dell'antica Capua
Martedì : 09:00-18:30
Mercoledì : 09:00-18:30
Giovedì : 09:00-18:30
Venerdì : 09:00-18:30
Sabato : 09:00-18:30
Domenica : 09:00-18:30
La struttura ingloba la Torre di Sant’Erasmo, luogo di nascita di Roberto d’Angiò nel 1278 e sede di papa Bonifacio VII. La torre stessa si erge sui resti del Capitolium, situato nel settore meridionale del foro Albana. Dal 1981 di proprietà del MiBACT, il complesso museale, inaugurato nel 1995, ospita laboratori di restauro, una ludoteca museale, sale espositive, conferenze, depositi e uffici direzionali.
L’edificio, realizzato in muratura tufacea con copertura lignea a falde, si sviluppa attorno a un ampio cortile quadrato di circa 2800 mq, al cui centro si trova un giardino all’aperto, con frammenti lapidei, sarcofagi e un mosaico marino proveniente da un’antica struttura termale. L’accesso avviene attraverso un androne che conduce, a sinistra, agli ambienti di sorveglianza e accoglienza, e a destra agli spazi espositivi e didattici situati nella Torre di Sant’Erasmo e nei resti del Capitolium. Sul lato sinistro si trovano i laboratori di restauro e i depositi, mentre il lato destro ospita depositi al piano terra e uffici al piano superiore. Il braccio interno del quadrilatero attualmente contiene un deposito, destinato a diventare una sezione espositiva dedicata alla Via Appia e all’età romana.
Il museo raccoglie reperti archeologici provenienti dagli scavi condotti dagli anni ‘80, grazie al lavoro di studiosi come Alfonso De Franciscis e Werner Johannowsky. Il primo si è concentrato sulle fasi più recenti della città, indagando il Santuario di Diana Tifatina e l’Anfiteatro Campano, mentre il secondo ha esplorato le necropoli capuane dall’età protostorica a quella ellenistica, contribuendo alla conoscenza della Capua etrusca. Il bisogno di valorizzare questi reperti ha portato alla creazione nel 1995 del “Museo del Territorio”, in continuità con il Museo Provinciale Campano di Capua, istituito nel 1870 e custode della celebre collezione delle Matres di Capua.
Le sale espositive, ricavate nell’ex rimessa delle carrozze, seguono un criterio cronologico e topografico, creando un museo didattico in relazione diretta con la comunità. All’ingresso, una statua romana del Satiro in riposo di Prassitele accoglie i visitatori. La Sala I espone reperti dell’età del Bronzo (XVII-XVI secolo a.C.) provenienti dagli insediamenti preistorici di Capua, tra cui vasellame e punte di freccia. Le Sale II-III illustrano l’età del Ferro (X-VIII secolo a.C.), con corredi funerari caratterizzati da urne cinerarie e oggetti personali come fibule e rasoi in bronzo. L’influenza greca emerge nei manufatti e nei riti funerari dell’incinerazione.
Le Sale IV-V introducono la fase orientalizzante (VIII-VI secolo a.C.), con oggetti legati al simposio e alla cura del corpo, come oinochoai e skyphoi. La produzione locale si mescola con ceramiche corinzie e bronzi laconici. La Sala VI presenta elementi architettonici dei santuari, come antefisse decorate. Le Sale VII-IX documentano il passaggio da città etrusca a capitale campana, con guerrieri in armatura e corredi funerari distinti per genere. Una tomba a camera con raffigurazioni del defunto e una tomba a cassa di tufo con scene mitologiche arricchiscono l’esposizione.
La Sala X è dedicata al Santuario di Fondo Patturelli, scoperto nel 1845 e studiato sistematicamente nel 1995, noto per i numerosi ex voto, iscrizioni osche e statue delle Matres. La Sala XI, in allestimento, introduce la sezione romana con sculture come la Nike di Capua e l’Afrodite Cnidia, copie di originali greci. Le Sale XII-XVI ospiteranno la mostra permanente “Nel segno dell’Appia: Capua altera Roma”, ampliando il percorso museale e arricchendo l’esperienza dei visitatori.