Nell'antichità, infatti, esisteva una chiara distinzione tra queste due tipologie di abitazioni: la Domus era una residenza cittadina, anche se talvolta di grandi dimensioni e dotata di giardino, mentre la villa era un’abitazione rurale, generalmente associata a fondi agricoli o a strutture produttive, come fabbriche di laterizio. Le ville erano solitamente possedute da ricchi proprietari i cui patrimoni derivavano dal commercio, dall’industria o dalla gestione di latifondi.

La Domus di via degli Orti venne scoperta negli anni '60 durante i lavori per la costruzione di una scuola nel comune di Santa Maria Capua Vetere. Durante gli scavi preliminari, gli operai della Sovraintendenza per i Beni Culturali si accorsero della presenza di reperti archeologici, salvando così l’edificio dalle ruspe. A seguito di questa scoperta, gli scavi furono ampliati, mettendo in luce una serie di ambienti, alcuni dei quali particolarmente interessanti grazie alla conservazione del loro pavimento.

Oggi, gran parte delle coperture originali della Domus è andata perduta, probabilmente a causa del degrado naturale del legno utilizzato per le travi e delle tegole, oppure a causa di eventi catastrofici come incendi o crolli. Questo fenomeno è stato documentato anche per altre strutture antiche, come ad esempio dopo l’occupazione di Capua da parte dei Vandali, che portò alla distruzione di numerosi edifici. Il vento, la pioggia e le intemperie hanno ulteriormente danneggiato le strutture murarie.

Fino ad oggi, sono stati identificati solo alcuni settori residenziali della Domus, tra cui una sala da pranzo (probabilmente un triclinio) e un complesso termale. Costruita tra il I e il IV secolo d.C., questa struttura presenta caratteristiche architettoniche che riflettono l’adattamento alle variazioni del terreno e alle diverse fasi di espansione urbanistica.

Gli scavi effettuati all’epoca seguivano criteri differenti rispetto a quelli attuali. Mentre in passato l’attenzione si concentrava principalmente sulla struttura muraria, oggi gli archeologi prestano particolare importanza alla raccolta di frammenti ceramici, essenziali per la datazione precisa degli insediamenti. La presenza di ceramiche databili al IV secolo d.C. suggerisce che la Domus fosse ancora in uso in quel periodo o fosse stata abbandonata poco dopo.

Nonostante i progressi nei metodi di studio, resta difficile datare con certezza la costruzione e interpretare le funzioni specifiche di alcuni ambienti. Ad esempio, uno spazio è stato ipotizzato come triclinio in base alla presenza di pavimenti marmorei e a mosaici decorativi molto raffinati, tipici di sale destinate a banchetti con ospiti illustri. Tuttavia, questa attribuzione non è del tutto sicura. Inoltre, l’ubicazione del triclinio potrebbe essere cambiata nel corso del tempo: mentre inizialmente poteva trovarsi in un’altra parte della casa, in una fase successiva potrebbe essere stato sistemato vicino a una fontana con cascate e una vasca, utilizzate come elemento scenografico per arricchire l’esperienza dei commensali.

Queste peculiarità rendono la Domus di via degli Orti un caso atipico rispetto alle configurazioni canoniche delle case romane, come quelle conservate a Pompei o delle ville tardo-antiche rinvenute altrove, ad esempio sul lago di Garda (Desenzano e Sirmione) o a Piazza Armerina (Casa del Casale, III secolo d.C.). Nonostante ciò, la sua struttura offre importanti indizi sulla vita quotidiana e sui gusti architettonici dell’aristocrazia capuana durante l’antichità.

Attualmente la Domus di via degli Orti di Santa Maria Capua Vetere non risulta essere accessibile.

È possibile raggiungere la Domus di via degli Orti di Santa Maria Capua Vetere, seguendo tutte le tipologie di indicazioni di Google Maps.

Gli orari di visita della Domus di via degli Orti a Santa Maria Capua Vetere possono variare in base al periodo dell'anno, alle eventuali attività di manutenzione o restauri in corso, e alla gestione del sito da parte delle autorità competenti.